Nel 1969 nasceva Arpanet, l'embrione di quella che è diventata l'Internet di oggi. Nata per scopi strategici militari e di ricerca, la rete unisce potenzialmente ogni individuo sulla Terra. Quali rischi e quali benefici ha portato nella nostra vita?

Dom, 10/11/2019 - 16:00

La storia di Internet comincia da una storia di guerra. Negli anni del conflitto a distanza tra Stati Uniti e Unione Sovietica, gli americani fondarono l’istituto ARPA per gestire le reti di comunicazione militari. Cinquant’anni fa, nel 1969, quindi nacque Arpanet, sistema messo a punto per garantire la cooperazione tra ricercatori e scienziati nella condivisione di soluzioni tecnologiche innovative da sfruttare per il successo nella Guerra Fredda. Si trattava della forma embrionale di Internet.

“In Italia Internet nasce con la rete della Tecnopolis di Bari e con il collegamento, messo a punto dal CNR, tra l’Università di Pisa e gli Stati Uniti – racconta Claudio Allocchio, coordinatore dei Servizi Applicativi Avanzati al Consortium GARR, il Gruppo per l’Armonizzazione della Rete di Ricerca – Un passo importante è stato quello della standardizzazione del protocollo TCP/IP. La nascita di Internet ha consentito la comunicazione tra le persone nel modo più umano possibile, a partire da contenuti di carattere culturale, come musica e arte. L’utente non è passivo, ma in grado di ricevere e inviare informazioni”.

Inutile dire che Internet ha avuto un forte impatto a livello sociale e ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere. “Nel 1969 è avvenuta una svolta storica – dice Elia Bellussi, Presidente onorario del MUPIN, il Museo Piemontese dell’Informatica – Internet ha consentito la riduzione delle competenze necessarie per svolgere alcuni compiti, si pensi a Google Maps, con un contemporaneo aumento delle possibilità a disposizione degli utenti”.

Internet ha messo in contatto persone altrimenti sparse per il mondo. D’altra parte sono nati nuovi bisogni: condividere esperienze, fare shopping online sono solo piccoli esempi. Ed è sorto il grande problema della gestione della mole di dati prodotta e dei rapporti con l’esterno da parte del singolo individuo: Internet ha modificato in profondità il modo in cui l’essere umano apre la sua persona al mondo intero.

“La realtà di Internet è incredibilmente complessa – sottolinea Vittorio Bertola, Head of Policy and Innovation di Open-XChange – Nei primi anni della sua diffusione globale ha consentito la una speciale democrazia elettronica, mentre nel tempo è diventato sempre più strumento passivo e gli utenti hanno assunto sempre più il carattere di consumatori altrettanto passivi”.

Cinquant’anni dopo Internet è una cosa molto diversa: da una parte grande rete sociale, quasi una “nazione del web” che ha portato di rimando i suoi riflessi sulla società; dall’altra un luogo a rischio, dove il pericolo di subire crimini o sottrazioni di informazioni è sempre dietro l’angolo. Ci sono poi le violazioni della privacy portate avanti dai Governi di molti Stati nazionali, che mirano al controllo dei loro cittadini.

“Mario Rasetti (Presidente della Fondazione ISI e grande esperto di Internet, NDR) definisce Internet come un fenomeno sociale spesso incontrollabile – ricorda Andrea Casalegno, direttore di Top-IX – È importante mantenere la neutralità della rete e combattere l’accentramento dei poteri in monopoli del web”.

Poi ci sono le reti sociali, i social network che formano l’Internet 2.0: un modo tutto nuovo di vivere la rete, che potenzialmente coinvolge e mette in contatto ogni individuo sul pianeta. A volte suo malgrado.

“I social network sono un problema – conclude con una provocazione Arturo Di Corinto, giornalista, saggista e attivista per i diritti digitali – perché possono diventare pericolosi mezzi di persuasione di massa. Andrebbero abbandonati e tutti noi dovremmo ricominciare a guardarci in faccia quando dobbiamo comunicare”.