Le nuove tecnologie possono aiutare il nostro Paese a sviluppare le infrastrutture di cui ha bisogno

Ven, 8/11/2019 - 18:56

Nessuna paura della digitalizzazione, anche se può rendere obsoleti alcuni lavori. Gianluigi Castelli, Presidente del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, è confidente nel futuro delle nuove tecnologie, applicate al campo delle grandi infrastrutture. Lo ha spiegato nell’incontro al Castello del Valentino “Infrastrutture (im)materiali per il Paese”.

“Il nuovo sistema di trasporto propone nuove forme di mobilità – ha sottolineato Castelli - quindi nuove opportunità lavorative e di sviluppo”. L’Italia è prima al mondo nell’implementazione continua dei sistemi di sicurezza ferroviari. “Siamo i migliori nella sperimentazione sui treni che viaggiano a oltre 300 chilometri all’ora. E il primato riguarda anche la gestione della più lunga serie di gallerie ferroviarie a doppio binario ad alta velocità. Inoltre, disponiamo del treno diagnostico più avanzato per la linea ad alta velocità”.

L’infrastruttura ferroviaria italiana copre quasi 17mila chilometri di territorio - l’83% delle linee in Italia. E il 72% è elettrificato. Secondo i dati forniti da Castelli, il treno si conferma come il mezzo di trasporto più sicuro e pulito. “Purtroppo, però, spesso gli preferiamo quello su gomma” - ha commentato Castelli - “Investire per lo sviluppo del trasporto su ferro significa contribuire alla lotta al cambiamento climatico, ma anche ridurre la congestione del traffico veicolare urbano e aumentare la velocità di spostamento, migliorare la qualità dell’aria, l’aspettativa di vita e orientare positivamente i comportamenti delle persone”.

Nell’era post-digitale viene meno la differenza tra infrastrutture materiali e immateriali. Oggi stanno cambiando anche i modelli di business e gli assetti dei sistemi economici. Per questo le università tecniche sono fondamentali nel percorso di integrazione con le nuove tecnologie, perché forniscono al mondo del lavoro professionisti dotati di competenze digitali adeguate. Il problema, secondo Castelli, è che lo Stato finora ha posto scarsa attenzione al livello delle infrastrutture digitali e al ruolo che queste avranno nello sviluppo del Paese. “L’auspicio è la creazione di un cloud a sostegno delle imprese, di cui l’Italia è attualmente quasi del tutto sprovvista” ha concluso Castelli.

Francesca Sorrentino (futura.news)