Più di 300 relatori e oltre 160 appuntamenti in 4 giorni: è ricco e articolato il programma del Festival della Tecnologia 2019

Gio, 17/10/2019 - 15:01

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Tecnologia e umanità, tecnologia è umanità. In questa frase guida risiede il senso più profondo della prima edizione del Festival della Tecnologia: una rassegna inedita - pensata e organizzata dal Politecnico di Torino nel 160esimo anniversario dalla sua fondazione, con la curatela del Rettore Guido Saracco, del delegato per la Cultura e la Comunicazione  Juan Carlos De Martin e del giornalista Luca De Biase – che per la prima volta si propone di esplorare la relazione tra tecnologia e società con un approccio umanistico e democratico, partendo dal presupposto che la tecnologia non sia soltanto il risultato di scienza e innovazione, ma sia prima di tutto il frutto di un’abilità squisitamente umana, la creatività.

Per questa ragione è fondamentale che la società non perda mai il contatto e il rapporto diretto con la tecnologia, soprattutto nel momento in cui l’innovazione raggiunge livelli molto sofisticati e rischia di diventare appannaggio di una élite di studiosi, esperti, tecnici appunto. La tecnologia è un patrimonio comune e come tale deve rimanere accessibile e comprensibile a tutti: con questo spirito il Festival si propone di riavvicinare i singoli, i cittadini, ai grandi temi e alle importanti sfide che lo sviluppo tecnologico ci impone di affrontare da sempre, perché tutti possano mantenere vigile e consapevole il controllo sulle sue evoluzioni. Proprio per questo, il programma propone un approccio analitico-critico di lunga durata, che non si limita all’esplorazione del mondo digitale, ma affonda le sue radici anche nelle più consolidate – ma ancora attuali e cruciali – forme di tecnologia, dalle infrastrutture alle telecomunicazioni: nello studio delle sfide, dei rischi e delle problematiche di ieri e di oggi risiede la chiave per scoprire, orientare e tutelare le possibilità di domani.

Questa riflessione parte proprio dall’Ateneo, che per quattro giorni aprirà le porte dei propri laboratori, Dipartimenti, Centri di ricerca interdipartimentali e collezioni storiche, ma si allarga alla città e all’intera Regione. Il Politecnico ha proposto infatti questa sfida a numerosi partner del territorio – oltre 50 - che hanno contribuito a una rassegna di ampio respiro per offrire alla cittadinanza una riflessione articolata, inclusiva e accessibile su questi temi: dalla Regione Piemonte, che ha proposto quest’anno di gemellare il Festival con la sua iniziativa Fabbriche Aperte, alla Città Metropolitana e Città di Torino, patrocinatori insieme a MIBACT, Confindustria Piemonte e Canavese, Unione Industriale di Torino, API e Consiglio Nazionale degli Ingegneri; la Camera di Commercio di Torino ha contribuito a sviluppare eventi dedicati al tema dell’Economia circolare.

Soggetti culturali del territorio come Polo del ‘900, Museo del Cinema insieme a Torino Film Festival e Circolo dei Lettori hanno collaborato fin da subito alla realizzazione del Festival, con iniziative organizzate e ospitate in diversi luoghi della città. Le università piemontesi, Università degli studi di Torino, del Piemonte Orientale e di scienze Gastronomiche, hanno organizzato veri e propri programmi dedicati presso le proprie sedi o al Politecnico, sottolineando la coesione del sistema universitario. Infine, l’Ufficio scolastico regionale – MIUR, si è adoperato per dare ampia diffusione al programma dell’evento nelle scuole di ogni ordine, perché il Festival prevede anche uno spazio – il Villaggio della Tecnologia – interamente dedicato ai ragazzi, che potranno partecipare a laboratori e attività pensati per i più piccoli.

Anche alcune importanti realtà aziendali hanno voluto dare il proprio supporto al Festival, prima tra tutte IREN, main sponsor dell’iniziativa, ma anche Banca Sella Holding e gli sponsor tecnici Avio Aero e Olivetti.

“Voglio ringraziare i numerosi partner del mondo istituzionale, culturale e industriale che hanno fin da subito accolto con entusiasmo la nostra idea sostenendoci nella realizzazione del Festival - commenta il Rettore del Politecnico Guido Saraccouna ulteriore conferma della forza del nostro territorio e della sua attenzione per la tecnologia, una risorsa fondamentale per assicurare la prosperità economica del nostro Paese. Il processo di generazione di conoscenza, infatti, non può che avvenire attraverso la collaborazione dei sistemi della formazione, della ricerca, dell'impresa e della pubblica amministrazione, e si sviluppa attraverso la condivisione con il pubblico, la cittadinanza e la società civile: anche in questo modo il Politecnico di Torino intende contribuire a dare risposta alle sfide e alle opportunità del nostro tempo, per aiutare a creare un futuro migliore”.

Il Politecnico di Torino vuole fare dono alla città e alla cittadinanza di una rassegna di ampio respiro che offra gratuitamente approfondimenti e riflessioni articolate, una chiave di lettura per il mondo complesso in cui viviamo e da cui la tecnologia è inevitabilmente plasmata. Il programma, quindi, è caratterizzato da una forte interdisciplinarità: si parlerà, certo, delle innovazioni tecniche più recenti, ma ampio spazio sarà dato alle implicazioni sociali, ambientali, etiche, economiche, politiche con incontri che tratteranno, tra gli altri temi, di intelligenza artificiale, big data, blockchain, hackeraggio, low-tech, mobilità sostenibile, ecologia, ma anche di cibo, sport, musica, cinema, letteratura, filosofia, religione e spiritualità. La tecnologia non esisterebbe, del resto, senza un innato senso del bello; e ci metterebbe di fronte a grandi pericoli se non fosse regolata dal senso del buono.

La tecnologia pervade la società e la vita di ciascuno di noi, al punto di essere uno dei fattori più importanti che determinano il futuro. Abbiamo bisogno di comprenderla col contributo di tutti in modo da rendere possibile, oltre al resto, un confronto collettivo su quale tecnologia vogliamo, per quali fini, in quale forma e in quali tempi. Prometeo ha sprigionato una forza prodigiosa, che sta addirittura iniziando a modificare il cuore stesso della vita umana: dobbiamo portare tutte le nostre altre facoltà allo stesso livello di quella tecnologica, affinché la tecnologia sia sempre al servizio dell'umanità nel suo complesso e sia sempre in armonia con la natura.” I curatori del Festival, Luca De Biase e Juan Carlos De Martin.