Anna Meldolesi spiega perché questa tecnica apre nuovi scenari di ricerca

Sab, 9/11/2019 - 11:23

Un coltellino multifunzione, dotato di bussola, tenaglie e cesoie oppure l’opzione “Trova e sostituisci” di Word. Semplici metafore che rendono l’idea di come opera CRISPR, la tecnologia che permette, grazie alla proteina Cas9, di studiare, tagliare e riparare intere sequenze di Dna.

Spegnere geni dannosi, modificare le caratteristiche genetiche degli organismi, dai batteri alle piante, fino agli esseri umani, sfruttando i meccanismi naturali di riparazione delle cellule: la lunga lista delle applicazioni di questa tecnologia rivoluzionaria da l’idea del perché la comunità scientifica ripone in essa grandi speranze per il futuro.

Anna Meldolesi, giornalista del Corriere della Sera specializzata in comunicazione della scienza, crede molto nell’importanza di informare l’opinione pubblica su questo tema. Sul web tiene un blog specifico sul tema, “CRISPeR Mania”, titolo che trasmette la sensazione di un vasto mondo di possibilità, non immune da pericoli. “È uno strumento rivoluzionario per la ricerca di base perché accessibile e applicabile in tanti settori - dice Meldolesi - dal farmaceutico, all’agroalimentare all’industria, le potenzialità di CRISPR arrivano fino alla terapia genica, ma è necessario valutare l’impiego caso per caso”.

Le possibili preoccupazioni, secondo la giornalista, non provengono dal fenomeno minoritario dei biotecnologi “da garage”, protagonisti, per esempio, di alcune puntate della serie Netflix Un-natural selection. Da tenere più sotto controllo, a suo avviso, sono le possibili implicazioni etiche sollevate dall'uso estremo di CRISPR e dagli indirizzi politico-economici che possono favorire o ostacolare la ricerca. “Stati Uniti e paesi dell’America Latina si stanno muovendo per una regolamentazione leggera, non così l'Europa - spiega Meldolesi - Una sentenza del luglio 2018 della Corte di giustizia ha equiparato questa tecnica a quelle di ingegneria genetica degli Ogm: sarebbe bene liberare questo discorso dalla zavorra del dibattito degli ultimi vent’anni” .

I casi più controversi riguardano la tecnologia "Gene drive", usata per combattere alla malaria, ma soprattutto l’editing genetico delle cellule germinali: “Provocare la sterilità delle zanzare vettrici della malaria pone un dilemma tra l’estinzione di una specie animale e la lotta a una delle malattie più mortali del mondo - sottolinea Meldolesi - ma agire sul genoma degli embrioni provocherebbe modifiche ereditabili. In Cina sono nate già un anno fa le gemelle con Dna modificato Lulu e Nana: l'atteggiamento dei cinesi verso le tecnologie di frontiera è molto audace”.

Con CRISPR l'umanità ha potenzialmente in mano la propria evoluzione, ma Meldolesi allontana i sensazionalismi: “Meglio pensare di intervenire su ciò che può causare sofferenze a tante persone. La storia insegna che riporre tanta fiducia nella capacità dell’uomo di gestire la propria evoluzione non è consigliabile”.

Luca Parena (futura.news)